Processione del Cristo Risorto

“…il Cristo Risorto che molleggia, portato a spalla, sopra un mare di teste, come nave in mezzo alla burrasca, si volta e, col braccio alzato, posa un momento a benedire il popolo genuflesso, pieno di felicità e di benessere, già col sapore delle uova pasquali in bocca…”. Le parole del poeta Vincenzo Cardarelli descrivono nel migliore dei modi la manifestazione più sentita e amata dai tarquiniesi, che si celebra la domenica di Pasqua. Per le vie del centro cittadino, ogni anno, si rinnova il trasporto della macchina con la statua in legno del Cristo Risorto, splendida opera ottocentesca realizzata da Bartolomeo Carini su un bozzetto in gesso dello scultore Pietro Tenerani, per la confraternita di San Giuseppe.

La macchina, dal peso complessivo di oltre 500 Kg, viene portata con passo spedito da 16 uomini, coordinati da un capomacchina, che indossano un camice azzurro a ricordare i confratelli della corporazione dei falegnami. A scandire il ritmo è la “marcetta” suonata dal corpo bandistico “Giacomo Setaccioli”. Il passaggio del Cristo Risorto è preceduto da nove alte e pesanti Croci (dette tronchi), adornate con ghirlande floreali, il cui trasporto richiede forza e abilità da parte del portatore. Ogni croce ha tre portatori, che si alternano lungo il percorso. L’imminente arrivo della statua è preannunciato dai colpi caricati a salve con i coriandoli degli sparatori. Completano la processione i portatori dei lampioni e dello stendardino o bandiera di San Giuseppe